Mi è andata male. Ero uscito dall'ufficio pieno di speranza, gli SMS verso GTT mi aveva fatto scegliere la fermata autobus più vicina, il 62, anziché i dieci minuti di passeggiataveloce verso la fermata del 60. Il mezzo era arrivato dopo pochi minuti, persino vivibile, in piedi ma non stretto comeun'acciuga. Avevo trascorso i 20-25 minuti di percorso immerso nella lettura, poi a piazza Massaua ero sceso. Attraversato il corso correndo per non perdere il verde pedonale, fino alle scale della metropolitana, per poi bloccarmi del tutto, basito, i cancelli ne bloccavano l'ingresso.
Di colpo tutto è crollato, la speranza di prendere il treno e di arrivare a casa non troppo tardi, tempo per mangiare cena, giocare un poco e poi uscire per unariunione. Per raggiungere la veloce metropolitana mi ero allontanato dal centro, ora la triste scoperta diuno sciopero che non sapevo e come me molte altre persone che ingorgavano le fermate degli autobus adiacenti. Io mi sentivo perso, un disastro insomma.
È iniziato un periodo di sospensione, di incertezza, che strada fare, che autobus prendere, ce ne sono voluti 4, con alternanze di rabbia e di scoramento, dopo altri 40 minuti ero finalmente in stazione. Avevo perso 3 treni in successione ed il prossimo sarebbe stato dopo altri 25 minuti.
Ho telefonato a casa dicendo che avrei mangiato instazione e mi sono diretto verso Mr. Panino. Una grande tristezza mentre sceglievo un panino calabrese, delle patatine e una fanta. Mi serviva una persona gentile,penso di origine indiana. Non posso dire di aver mangiato, ma solo trangugiato, con uno sguardo ossessivo all'orologio ed il disagio delle mani unte dal cibo. Altro che Slow Food, nel regno della fretta e del tempo perduto non abbiamo diritto a tanto, più appropriato lo squallido di questo non-luogo, con altre persone assorte e raffazzonate come me.
Il pensiero dallo squallore della stazione, ironia è stata appena inaugurata la ristrutturazione, ma come ben sappiamo in Italia era solo uno scherzo. È vero, l'edificio ciclopico di chiara origine fascista è stato rimodellato con soppalchi, aiuole fittizie, e lunghe corsie di vetrate, ma tutto rigorosamente sigillato, solo gli adesivi deifuturi negozi ammiccano ad un futuro di shopping mall. Anche le tante scale mobili sono illuminate, ma ferme, fioriere di ligustro ne bloccano gli accessi. In fondo fornirà l'occasione per una secondo o una terza inaugurazione, tipica moda italiana.
Ora il treno procede lentamente verso Sud, il cambio dell'ora concede ancora un po' di luce. Guardo amareggiato e con un peso sullo stomaco fuori dal finestrino.
Vita da pendolare.
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13 years ago